Anticamente chiamata “Ericusa”, dalla presenza sull'isola dell'erica, pianta che abbonda ancora sulle pendici e nelle valli inaccessibili del cono vulcanico oggi spento, Alicudi è la più occidentale e meno popolata delle Isole Eolie e, parimenti all’adiacente Filicudi, è l’isola vulcanica più anticha dell’intero arcipelago.
Abitata sin dalla preistoria ed in età ellenistica, conserva qualche memoria del passato nei resti di un insediamento della prima età del bronzo, che si estendeva vicino allo scoglio di Palumba.
L’isola è dominata dal monte Filo dell'Arpa, un vulcano spento che con i suoi 675 m costituisce la parte emersa di un unico apparato vulcanico che culmina a 1.500 m di profondità sotto il livello del mare. L'isola è abitata solo sul versante meridionale da circa 140 abitanti, che vivono nell'unico centro abitato a ridosso del piccolo porto di Alicudi.
Le case sono distribuite in sei agglomerati raggiungibili in quota solamente con mulattiere. L'unico mezzo di trasporto sono infatti i somari soprattutto per chi deve trasportare oggetti pesanti, in quanto non esistono strade ma solo scale e viottoli in pietra lavica.
Alicudi porto è il centro principale, a livello del mare, posto tra il molo nuovo, dove attraccano aliscafi e traghetti, e il molo vecchio, da cui in passato faceva la spola una barca a remi che trasportava i passeggeri verso le navi al largo. Al porto è possibile trovare solo due botteghe di generi alimentari ed altri generi di prima necessità e l'ufficio postale.
Per la sua posizione e per la mancanza di ormeggi a ridosso della costa, Alicudi rimane la più isolata delle Isole Eolie soprattutto in caso di cattivo tempo quando il mare si alza e diventa impossibile raggiungere terra.
Meta ideale per tutti coloro che amano arrampicarsi sui pendii tra fichi d'India e piante di cappero, e vivere nell'assoluto silenzio.
Chi arriva ad Alicudi s'immerge in una dimensione di vita ormai altrove perduta. I fondali marini sono ancora del tutto incontaminati e ricchissimi di pesci di tutte le specie.