Panarea è l’isola più piccola (circa 3,4 kmq) e la meno elevata dell'intero arcipelago Eoliano.
Nell'antichità si registrano diversi nomi greci per Panarea, ma l’attuale nome deriva dal toponimo “Pagnarea” del VII sec.
Sorta dal mare mezzo milione di anni fa, forma insieme agli isolotti di Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera (di cui oramai restano pochi resti), agli scogli dei Panarelli e delle Formiche un piccolo arcipelago fra Lipari e Stromboli posto su un unico basamento sottomarino.
Dal punto di vista geologico gli studiosi ritengono che tale arcipelago sia quel che resta di fenomeni eruttivi di un unico bacino vulcanico, oramai quasi del tutto sommerso ed eroso dal mare e dal vento.
Panarea fu abitata già in epoca preistorica dell'età del bronzo, come testimoniano i resti del villaggio sul promontorio del Milazzese, a sud-ovest dell’isola, raggiungibile a piedi dalla baia di Calajunco.
La particolare posizione del pianoro, proteso verso il mare e protetto da alte pareti a dirupo sul mare, ne fece un luogo ideale per l'insediamento: qui sono stati ritrovati materiali d’origine micenea, a testimonianza dell’attività commerciale dell’arcipelago, al centro delle principali rotte del Mediterraneo. Divisa nel senso della lunghezza da un'elevata dorsale, l’isola presenta nella parte orientale e meridionale coste relativamente limitate in altezza, caratterizzate da piccole spiagge e vaste zone pianeggianti, anticamente coltivate a vigne ed oliveti. Il lato occidentale e settentrionale è caratterizzato da alte coste inaccessibili e molto frastagliate, un continuo succedersi di terrazzamenti, crepacci e suggestive formazioni di lava solidificata.
L’ammirevole paesaggio è reso più suggestivo dalla vegetazione mediterranea che padroneggia incontrastata in tutte le sue varietà, arricchita, in prossimità delle case, da molte specie vegetali d’importazione. Ma dove la natura prorompe con straordinaria varietà di specie animali e vegetali è nel mare circostante, che offre interessanti escursioni per i subacquei.
L’abitato si concentra in tre frazioni: Ditella, Drauto e San Pietro, scalo per l’approdo delle navi e degli aliscafi di linea. Sbarcati, si è accolti da un’atmosfera soave; una stradina conduce al centro abitato tra la floridezza di ibiscus, bouganvillee, gerani, roseti.
L’esuberanza della vegetazione spontanea e delle colture d’origine vulcanica dell’isola si rivela solo in pochi luoghi: alla spiaggia della Calcara con le fumarole, nelle ripide pareti della costa occidentale, nelle rocce colonnari di Basiluzzo e in quelle a prismi della baia di Calajunco.
Oggi l'isola è frequentata da numerosi vip che la rendono una delle mete turistiche più in voga del Mare Mediterraneo.